RIUNIONE FED
La Federal Reserve ha annunciato il primo rialzo dei tassi dal giugno 2006, aumentando il costo del denaro di 25 punti base in un range tra 0,25 e 0,50%. interrompendo così la politica dei tassi zero iniziata nel dicembre 2008 per rispondere alla crisi finanziaria globale innescata dal fallimento di Lehman Brothers del 15 settembre 2008.
La Fed ha sottolineato che, alla luce delle previsioni sull’economia Usa, nel corso dell’anno prossimo sono in programma, in un percorso senza scosse, altre quattro mini-strette.
La Fed ha notato «considerevoli miglioramenti quest’anno nelle condizioni del mercato del lavoro e ha ragionevole fiducia che l’inflazione aumenti, nel medio termine, verso l’obiettivo del 2%».
I rischi «tenendo conto degli sviluppi interni e internazionali appaiono equilibrati sia per l’outlook dell’attività economica che per il mercato del lavoro». E si aspetta che «le condizioni evolvano in modo da garantire solo graduali incrementi dei tassi», i quali dovrebbero comunque rimanere «per un certo tempo sotto i livelli prevalenti nel lungo periodo». La previsione media dei 17 esponenti Fed, invariata da settembre, è di quattro rialzi di un quarto di punto nel 2016 che portino i tassi all’1,375 per cento.
Yellen ha anche ricordato che «la politica monetaria resterà accomodante» e che la Fed monitorerà attentamente i dati, la debole inflazione, attribuita anzitutto al temporaneo calo dell’energia, come anche le rimanenti fragilità nel mercato del lavoro
Avvio in rialzo per i mercati azionari europei sulla scia di Wall Street (Dow Jones +1,28%) e dei mercati asiatici (Nikkey +1,59%)
L’indice Ftse Mib registra infatti un rialzo dell’1,7%, muovendosi in linea con gli altri listini del Vecchio Continente
Spread tra Btp e Bund decennali tedeschi stabile a 103 punti base con un rendimento del decennale italiano che scende all’1,63%.
Il dollaro si rafforza sull’euro portando il cambio a 1,086.