Nell’ultima settimana si è assistito ad un’accelerazione sui mercati finanziari della volatilità che ha interessato tutte le asset class ed in particolare l’azionario.
Le principali fonti di volatilità del mercato sono riconducibili ai seguenti fattori:
- Intervento delle Banche Centrali:
Tali interventi non sempre hanno avuto un effetto positivo sui mercati e già dalla riunione di dicembre della BCE il rafforzamento del Quantitative easing non ha soddisfatto il mercato che attendeva misure più incisive. La politica monetaria della FED, d’altro canto dopo un primo timido rialzo dei tassi a dicembre, riconoscendo la complessa situazione dei mercati internazionali e le prospettive di crescita, non esclude la possibilità di rialzi solo graduali e difficilmente nel mese di marzo. La BOJ infine ha adottato tassi di interesse negativi non escludendo di portarli ancora più in territorio negativo se necessario.
- Entità del rallentamento dell’economia cinese:
I dati sulla crescita cinese accompagnati dalla svalutazione dello yuan sono stati interpretati dai mercati come un rallentamento controllato vista la natura di un regime non proprio trasparente.
Dal rallentamento cinese si ritiene derivi la caduta della domanda delle materie prime, il tracollo del petrolio, le difficoltà di tanti paesi emergenti esportatori di energia, minerali derrate agricole.
- Prezzo del petrolio e delle materie prime:
La discesa del prezzo del petrolio ha assunto una correlazione diretta con i mercati azionari e non solo del settore energetico, ma di tutti i settori. La minor spesa per il prezzo del carburante non ha determinato un incremento del potere di acquisto dei consumatori, ma ad esempio in America, è servito per risparmiare di più e per ridurre l’indebitamento.
Nonostante quindi la persistenza di un quadro di forte volatilità, sembra chiara l’esistenza di paure irrazionali sempre più pressanti. Ricordiamo come Il quadro macroeconomico di riferimento non presenti novità sostanziali rispetto a qualche mese fa: si sta lentamente consolidando la ripresa economica nelle principali economie avanzate mentre alcune delle situazioni più critiche nei Paesi Emergenti sono tuttora attese in progressivo miglioramento.
AUDIZIONE DRAGHI AL PARLAMENTO EUROPEO
Nel suo intervento di oggi all’audizione al parlamento europeo, il presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato che in Europa “La ripresa prosegue a passo moderato, sostenuta soprattutto dalle nostre misure di politica monetaria e dall’impatto favorevole sulle condizioni finanziare e dai prezzi dell’energia. Gli investimenti restano deboli, e il settore delle costruzioni finora non si è ripreso. Per rendere l’eurozona più resiliente, la Bce è pronta a fare la sua parte e come annunciato esaminerà la possibilità di agire a inizio marzo“.
Draghi ha ribadito che “Diventa sempre più chiaro che le politiche di bilancio debbano sostenere la ripresa attraverso investimenti pubblici e tassazione bassa”. Inoltre, servono anche misure strutturali, per migliorare l’ambiente degli affari, le infrastrutture pubbliche, sono vitali per aumentare gli investimenti pubblici, aumentare il lavoro e la competitività”. E “rispettare le regole del Patto resta essenziale per mantenere la fiducia nel quadro”, ha aggiunto.
“Da inizio dicembre – afferma ancora Draghi – un deterioramento del sentimento economico ha guadagnato velocità e nel tempo è diventato più volatile e suscettibile a cambiamenti rapidi. In questo ambiente i prezzi in Borsa sono scesi e i titoli bancari sono stati particolarmente colpiti, sia globalmente che in Europa, riflettendo l’alta sensibilità del settore alla prospettiva economica più debole del previsto“.
“La caduta dei titoli bancari – ha detto poi ancora Draghi – è stata amplificata dalla percezione che le banche potrebbero dover fare di più aggiustare i loro modelli di business ad un ambiente di bassa crescita e bassi interessi, e al rafforzato quadro regolatorio messo in piedi dall’inizio della crisi“. “Bisogna riconoscere che le regole hanno messo le basi per un aumento della resilienza per tutto il settore finanziario”.
Draghi ha poi concluso affermando che “La transizione alle nuove regole (della direttiva Brrd che istituisce il bail in, ndr), determina un cambiamento notevole, ma è un cambiamento per il meglio, perché così i soldi dei contribuenti non saranno utilizzati come accaduto nella crisi”
Le borse europee, partite questa mattina con forti rialzi, hanno mantenuto in media un guadagno superiore al 3%.
Lato obbligazionario lo spread vs bund tedesco scende leggermente a 137 e cala anche il rendimento del decennale italiano all’1,61%.
Lato valutario l’euro si deprezza contro dollaro portandosi a 1,1152.