RIUNIONE FEDERAL RESERVE
La riunione della Federal Reserve del 30/31 gennaio si è conclusa con la decisione unanime e in linea con le attese di consensus di lasciare invariato l’intervallo relativo al tasso ufficiale all’1,25-1,50%.
Nell’aggiornamento sulle condizioni macroeconomiche domestiche, la Banca Centrale, con toni più positivi rispetto a quelli del comunicato precedente, descrive un’economia dai ritmi di crescita solidi, sostenuta da solidi incrementi di consumi e investimenti, in cui il mercato del lavoro ha continuato a dare evidenza di rafforzamento e dove tuttavia l’inflazione, sia nella misura generale che in quella depurata dalle componenti energetica e alimentare, ha continuato a collocarsi al di sotto del 2%. Il Comitato rileva al tempo stesso come le aspettative di inflazione implicite nelle misure di mercato siano cresciute negli ultimi mesi, pur rimanendo basse, mentre quelle di lungo periodo desunte dai sondaggi siano rimaste stabili.
In termini prospettici, la Fed precisa di attendersi che l’inflazione salirà quest’anno, per poi stabilizzarsi intorno al target del 2% nel medio termine e che le condizioni economiche saranno tali da richiedere ulteriori graduali incrementi del costo del denaro. La Banca Centrale ribadisce comunque che l’effettivo processo di normalizzazione dei fed funds dipenderà in ultima analisi dall’evoluzione dell’economia, che la pubblicazione di dati aggiornati consentirà via via di monitorare.
Le Borse europee hanno aperto in territorio positivo, complice anche la chiusura positiva di Tokyo. I rendimenti obbligazionari dei governativi europei sono stabili con il BTP a dieci anni che rende il 2,02%. Sale da 2,70% a 2,73% il rendimento del decennale governativo americano. L’euro scambia contro dollaro a 1,2440.