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Rolando Lane

BREXIT

CONSEGUENZE SUI MERCATI FINANZIARI

 

L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea avrà un impatto determinante sull’andamento dei mercati finanziari sia nel breve che nel lungo termine.

 

La conseguenza più prevedibile del «Brexit» sui mercati è una corsa ai cosiddetti «beni rifugio». Quelle classi di investimento ritenute più solide e pertanto fortemente gettonate quando la volatilità dei listini è massima. È il caso dell’oro che questa mattina ha registrato una violentissima fiammata al rialzo, del titolo di Stato a 10 anni tedesco e dei Treasury.

 

Tra le valute oggi sono molto gettonate in particolare il dollaro americano e lo yen giapponese contro quelle più esposte da un punto di vista macro/politico alle implicazioni del voto negativo (GBP e Euro) e contro le valute emergenti, vulnerabili in uno scenario di risk-off e di dollaro forte.

 

Lato obbligazionario, se si è assistito ad una reazione in acquisto sui core bond, sui i titoli di stato dei Paesi periferici della zona euro, la conseguente instabilità politica porterà ad un aumento dello spread tra questi ultimi e il Bund tedesco anche se questi titoli possono comunque contare sullo scudo del Quantitative easing della Bce.

 

Sul fronte azionario, i listini europei e britannici saranno quelli più penalizzati a causa degli effetti del cambiamento ed in particolare il settore bancario il maggiormente penalizzato.

 

A rassicurare gli investitori  in questo scenario, sono le dichiarazioni del governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, circa un intervento diretto volto a stabilizzare i mercati e ad evitare eventuali crisi di liquidità.

In mattinata la BCE ha diramato una breve nota nella quale si legge testualmente che: “La Banca centrale europea sta monitorando attentamente i mercati finanziari ed è in stretto contatto con le altre banche centrali. La BCE è pronta a fornire liquidità aggiuntiva, se necessario, in euro e valute estere. La BCE si è preparata per questa contingenza a stretto contatto con le banche che vigila e ritiene che il sistema bancario dell’area dell’euro sia resistente in termini di capitale e di liquidità.

Dal punto di vista giuridico, nell’immediato non succede nulla: in base all’Art.50 del Trattato di Lisbona, la Gran Bretagna ha 2 anni di tempo per rinegoziare gli accordi commerciali con i partners europei. Cameron ha già dichiarato di volersi dimettere, ma propone di rimanere in carica per l’ordinaria amministrazione fino al Congresso del partito in ottobre. Nelle prossime settimane vi sarà incertezza in merito all’assetto di un Paese profondamente diviso nel voto a livello regionale e sociale, con conseguenze importanti su economia, politica e mercato.

Conseguenze economiche: sono come noto difficilmente stimabili. Le variabili principali che determineranno l’effetto sono:

-le soluzioni negoziali che definiranno i nuovi rapporti economici tra UK e resto EU (potrebbero lasciare una situazione simile all’attuale oppure stravolgerla)

-l’impatto sulla fiducia degli operatori economici (in particolare sugli investimenti)

-le variazioni persistenti nei cambi (sulla sterlina perdureranno, su euro forse)

-la reazione sociale e politica nel resto di EU (spinte separatiste o rafforzamento EU)

Per quanto sopra, le stime di impatto esistenti sono molto disparate ed in genere evidenziano un effetto negativo sia nel breve che nel lungo termine per la stessa UK e molto più contenuto per il resto di EU. Nelle stime del Fondo Monetario Internazionale l’impatto cumulato sul Pil UK potrebbe arrivare, nello scenario peggiore, a -4,5% nel 2021 e a -0,5% sul Pil dell’Area Euro al 2019, con una discreta eterogeneità tra i vari paesi (vedi grafico sotto) ed Irlanda, Olanda e Belgio più colpite delle altre economie.

 

 

Impatto Italia: nella tabella sopra, si vede che l’impatto stimato dal Fondo Monetario sul nostro Paese è contenuto ed allineato a quello su Eurozona.

 

 

Mercati: l’incertezza legata alla Brexit ha creato anche prima del voto un incremento della volatilità; dopo l’assassinio della deputata laburista della scorsa settimana, i mercati avevano preso a scontare una prevalenza del “remain”, supportati anche dai sondaggi e persino dai primi exit poll. Questo ha amplificato molto l’effetto annuncio con reazioni negative molto violente sui mercati. Parte dei movimenti potrebbe anche rientrare ma l’incertezza e la volatilità probabilmente persisteranno per qualche tempo, a beneficio di asset considerati beni rifugio, in un quadro di accresciuta avversione al rischio degli investitori.

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