RIUNIONE FED
La riunione del 14/15 giugno della Federal Reserve si è conclusa con la decisione, adottata all’unanimità, di mantenere invariato il range relativo al tasso ufficiale allo 0,25-0,50%, in linea con le attese di consensus.
La Fed rileva come, dall’incontro di aprile, il mercato del lavoro abbia dato evidenza di rallentamento mentre la crescita appaia aver recuperato; ribadisce di attendersi che la crescita proseguirà a tassi moderati e che le condizioni occupazionali si rafforzeranno. In riferimento all’andamento dell’inflazione, la Fed riafferma di aspettarsi che l’inflazione rimarrà bassa nel breve periodo e che convergerà verso il 2% solo nel medio termine.
La Banca centrale non ha dato chiare indicazioni sulla prossima riunione di fine luglio, ma la presa di posizione moderata lascia intuire che per far scattare allora una stretta siano in realtà necessarie significative sorprese positive dai prossimi dati. La Fed ha riaffermato di continuare a «monitorare da vicino» gli sviluppi sia economici che finanziari internazionali.
Anche la Banca centrale del Giappone ha terminato la riunione di politica monetaria, mantenendo stabile la posizione sui tassi e le proiezioni ottimistiche sull’economia, sebbene un ritorno della forza dello yen e il calo dell’azionario minaccino di colpire la fiducia delle imprese e far deragliare un’economia ancora fragile.
Gli indici americano hanno chiuso in territorio leggermente negativo (Dow Jones -0,20% e S&P 500 -0,18%).
Borse europee negative per i timori per l’esito del referendum sulla Brexit in Gran Bretagna e in scia al calo di Wall Street: il Ftsemib perde l’1,31%, mentre l’Eurostoxx perde lo 0,84%.
Il Nikkey ha chiuso con un pesante -3,05% in seguito alla decisione della BoJ, che nella riunione di ieri, non ha ulteriormente ritoccato al ribasso i tassi d’interesse.
Lo spread tra Btp e Bund decennali sale a 155 punti base con un rendimento del decennale italiano dell’1,54%.
Il dollaro poco variato a 1,1239 contro euro.