RIUNIONE BCE
La riunione della BCE si è conclusa con la decisione di mantenere invariati il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, il tasso di interesse sui depositi e il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginali rispettivamente a 0,0%, -0,40% e 0,25%, come atteso.
Nel comunicato la BCE conferma di attendersi che i tassi rimarranno al livello odierno o ad un livello più basso per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte temporale del programma di acquisti; ribadisce inoltre che gli acquisti, nell’ammontare di 80 mld di euro al mese, proseguiranno fino a marzo 2017, o oltre se necessario, e comunque fino a quando l’andamento dell’inflazione non risulterà coerente con l’obiettivo di stabilità dei prezzi. Per quanto riguarda l’esito del referendum sulla permanenza nel Regno Unito in UE dello scorso 23 giugno, la BCE rileva l’incoraggiante resilienza mostrata dai mercati finanziari e conferma le attese di prosecuzione della ripresa economica ad un ritmo moderato e di recupero dell’inflazione; al tempo stesso, in presenza di elevata incertezza, il Comitato continuerà a monitorare con attenzione l’evoluzione delle condizioni economiche e finanziarie e nel corso dei prossimi mesi, quando sarà disponibile un set informativo più completo, incluse le nuove previsioni dello staff, potrà procedere a rivalutare il quadro macroeconomico di riferimento. Se necessario, il Comitato interverrà utilizzando gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato.
Durante la conferenza stampa, Draghi ha ribadito che al momento la BCE non dispone di informazioni sufficienti per prendere decisioni in merito all’adozione di nuove misure di politica monetaria e ha dichiarato che alla riunione odierna non sono stati discussi strumenti specifici. Al tempo stesso, Draghi ha enfatizzato la disponibilità del Consiglio Direttivo ad intervenire, se necessario. Rispetto ai timori di scarsità di bond sovrani di alcune giurisdizioni che potrebbero ostacolare l’implementazione del piano di QE nei prossimi mesi, Draghi ha ribadito che eventuali difficoltà potranno essere gestite grazie alla flessibilità che caratterizza il programma di acquisti. Il Presidente ha sottolineato l’estrema incertezza alla base delle stime di impatto della Brexit sull’economia di Eurozona, essendo tale impatto dipendente dai tempi di svolgimento delle trattative tra Uk e UE per arrivare alla definizione di un nuovo assetto e dal risultato stesso delle trattative. Per quanto riguarda il settore bancario, il Presidente ha affermato che la situazione delle banche dell’Area Euro è migliorata dal punto di vista della solvibilità; ha riconosciuto tuttavia le criticità in termini di profittabilità e l’elevato stock di non performing loans, elemento quest’ultimo che può rappresentare un ostacolo alla corretta trasmissione della politica monetaria. Un paracadute pubblico per le banche (backstop) “è possibile in casi eccezionali” o quando “il mercato dei crediti deteriorati è sotto pressione” per evitare una loro svendita.
Alla domanda di un giornalista interessato a possibili ricadute dei recenti eventi in Turchia sull’economia di Eurozona, Draghi ha risposto che l’eventuale impatto dovrebbe essere limitato.
Le borse europee rimangono poco mosse: il Ftsemib sta guadagnato circa lo 0,30%, l’Eurostoxx perde circa lo 0,10%.
Lato obbligazionario lo spread vs bund tedesco si attesta a 124, mentre il rendimento del decennale italiano si porta all’1,23%.
Lato valutario l’euro si porta contro dollaro a 1,0983.